La Strategia Parità 2030 è un programma di lavoro della Confederazione, che si impegna con determinazione per far progredire l’uguaglianza. Nondimeno, la sua attuazione richiede la partecipazione attiva dei Cantoni e dei Comuni e un dialogo regolare con la società civile, in particolare con le ONG attive in questo ambito, gli ambienti economici e quelli scientifici.

Come ha ricordato il Tribunale federale nel 2011 (DTF 137 I 305), tutti i livelli dello Stato – quindi non soltanto la Confederazione, ma anche tutti i Cantoni e tutti i Comuni – sono tenuti ad adottare misure appropriate per lottare contro gli stereotipi e le discriminazioni contro le donne. Di conseguenza:

  • Il compito di affrontare gli stereotipi di genere nella scuola e nella formazione spetta ampiamente ai Cantoni. Misure in tal senso sono in corso e devono essere proseguite o rafforzate.
  • Il miglioramento della conciliabilità compete principalmente ai Cantoni e ai Comuni, ma anche le parti sociali devono fare la loro parte. La Confederazione si impegna da diversi anni in questo ambito: tuttavia, per raggiungere progressi significativi, occorre una maggiore cooperazione di tutti gli attori.
  • La realizzazione dell’uguaglianza nella vita professionale è responsabilità tanto del settore privato quanto di quello pubblico, ma quest’ultimo deve dare il buon esempio sia sul fronte della parità salariale sia su quello dell’equa rappresentanza dei generi negli organi decisionali.
  • La Confederazione si impegna attivamente nella lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, che spetta in primo luogo ai Cantoni. Per combattere questi problemi, Confederazione e Cantoni hanno intensificato il loro dialogo compiendo notevoli progressi.
  • Il sistema fiscale federale, cantonale e comunale gioca un ruolo nell’incoraggiare, o meno, i partner di una coppia a svolgere entrambi un’attività retribuita. Questo tema figura nell’agenda politica da molto tempo.